
Sergio Garbellini
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Ho fatto un sogno veramente strano … mi son trovato a Roma, in una scuola, seduto al banco, … io, un uomo anziano … con il grembiule, il fiocco … e un groppo in gola, perché vedevo tutti quei ragazzi col cellulare acceso sopra il banco, giocavan con l’i-Pad e come pazzi si sbizzarrivan col compagno a fianco ! Nessuno stava attento alla lezione dell’insegnante, giovane signora, che con dovizia e valida passione, svolgeva, inutilmente, già da un’ora ! … Pensavo alla mia scuola, quella vera, con il maestro, rigido al dovere, e tutti noi, dall’aria assai severa, attenti ad ascoltare con piacere la storia, la grammatica, la scienza, con argomenti e massima attenzione, sospinti da quel senso di coscienza per una conseguente promozione.
Invece, nel guardar quegli scolari, talmente attratti da fattori esterni, da preferire gli interessi vari, all’onere dei libri e dei quaderni, m’ha dato l’impressione che il progresso, invece di spronare e di aiutare, trascina i sentimenti nel regresso, a danno, soprattutto, d’affossare la volontà d’emerger nella vita e i giovani ne vengono coinvolti, al punto da causare una ferita ai loro presupposti già sconvolti ! Ho riflettuto a lungo e ne ho dedotto che le invenzioni cambiano la gente, in modo inconsapevole e corrotto, da renderla più apatica ed assente ! Davanti a me ci stava una fanciulla (perché si stava in una classe mista), la quale non seguiva proprio nulla, badava solo a mettersi più in vista ! Guardavo la maestra con timore, in preda ad uno spirito prostrato e avevo l’amarezza in fondo al cuore … … Fortuna vuole, … che mi son svegliato !!! .
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